Torna in sala il cult L'Odio e Kassovitz pronto al set
Premio a Cannes nel '95 restaurato, dopo 13 anni gira nuovo film
(di Alessandra Magliaro) E' un cult cinematografico passato di generazione in generazione, vinse il premio per la migliore regia al festival di Cannes nel 1995 consacrando Mathieu Kassovitz come talento assoluto. L'Odio, diventato uno dei titoli fondamentali dell'immaginario hip hop contemporaneo, a quasi 30 anni torna in sala restaurato in 4k partendo dai negativi originali con la supervisione del direttore della fotografia Pierre Aïm e approvato dal regista. Lo fa uscire di nuovo al cinema dal 13 maggio Minerva Pictures con Rarovideo Channel (la costola editoriale fondata da Gianluca e Stefano Curti) e la distribuzione CatPeople. E ritorna alla regia dopo 13 anni e con un progetto in lingua inglese The Big War, l'autore regista sceneggiatore attore francese, classe '67, coinvolto in un brutto incidente in moto nel settembre scorso. "Questo è un progetto a cui lavoro da vent'anni", ha spiegato Kassovitz riguardo al progetto ibrido live action-animazione, che ha sceneggiato con Caroline Thompson (The Nightmare Before Christmas e Edward mani di forbice), ha detto in una intervista a Deadline. "È ispirato alla graphic novel cult francese La Bete Est Mort , scritta durante la Seconda guerra mondiale" adattamento del libro illustrato di Edmond-François Calvo (disegni) e Victor Dancette (testi) del 1944, afferma Kassovitz che come attore oltre ad Amélie e Monaco è il protagonista della spy serie tv di successo Le Bureau Sotto Copertura (in Italia su Sky Atlantic) giunta alla quinta stagione. L'idea del film live action e animazione (tra i titoli del Marchè di Cannes a maggio 2024) è di immaginare la II Guerra Mondiale come messa in atto dagli animali. I nazisti sono i lupi che inseguono i "parassiti" - i conigli - che rappresentano le vittime della guerra. Il progetto sarà il terzo film in lingua inglese di Kassovitz dopo Gothika e Babylon AD. La sua ultima regia è stata il dramma d'azione francese Rebellion - Un atto di guerra del 2011. Il tre volte vincitore del César è nel cast del dramma biblico di Terrence Malick, a lungo in lavorazione, The Way Of The Wind, di cui ancora si ignora la data di uscita e ora lavora su due progetti: The Big War e una versione musicale teatrale de La Haine (L'Odio). L'Odio, un film che ha segnato gli spettatori anche in Italia oltre ad aver lanciato nel cinema Kassovitz e Vincent Cassel, racconta un giorno della vita di Vinz (Vincent Cassel), Hubert (Hubert Koundé) e Saïd (Saïd Taghmaoui), tre amici della banlieue parigina all'indomani degli scontri tra forze dell'ordine e civili dopo i quali un ragazzo del quartiere, Abdel, si ritrova in fin di vita a causa dei soprusi violenti della polizia. I tre, carichi di rabbia e con una pistola tra le mani, meditano su come avere giustizia. E' incredibile come a distanza di quasi 30 anni la storia de L'Odio sia attualità e come tanto cinema successivo sia debitore al modo di Kassovitz di raccontare in modo crudo, potente, schietto, autentico le strade della banlieue, la complessità sociale e il filo teso quotidiano in cui "il problema non è la caduta ma l'atterraggio". Film recenti come I Miserabili di Ladj Ly ad esempio, per non parlare dei murales con il grugno di Cassel che ancora si vedono, come tatuaggi, sui muri di Parigi. La critica cinematografica ha sempre associato L'Odio a film altrettanto cult come Fa' la cosa giusta e Scarface, ma al di là del discorso critico è bello sorprendersi ancora una volta come il cinema, nelle sue migliori espressioni, contenga già il futuro, nel '95 quei luoghi, quella violenza, quel multietnico erano lontanissimi oggi ci ritroviamo la storia americana di George Floyd e di Shemseddine, 15 anni, morto l'8 aprile a Viry-Chillon nei sobborghi di Parigi.
C. Fournier--BTZ