Confidenza, da Luchetti psico-thriller pieno di ombre
In sala film con Germano, Rosellini, Puccini e Ferrari
Se Daniele Luchetti voleva con il suo ultimo film, Confidenza, suscitare un dibattito c'è sicuramente riuscito. Lo dimostrano le mille interpretazioni quasi tutte legittime emerse durante la presentazione stampa oggi di questo film tratto dal romanzo omonimo di Domenico Starnone (edito da Einaudi) e in sala dal 24 aprile con Vision Distribution. E proprio all'incontro lo dice lo stesso regista: "Non mi è mai piaciuto accompagnare gli spettatori per mano, amo al contrario uno spettatore attivo". Questa la storia che si potrebbe definire uno psico-thriller pieno di zone oscure. Siamo negli anni Ottanta, qui Pietro Vella (uno straordinario Elio Germano) è un professore d'italiano di liceo, ma anche uomo indeciso, fragile e ambizioso allo stesso tempo, che si ritrova innamorato di Teresa (Federica Rosellini), una sua talentosa studentessa che diventa poi in America una famosa matematica. Un legame tra Pietro e Teresa molto ambiguo che sembra non morire mai, anche quando il primo si sposa con una collega, Nadia Labaro (Vittoria Puccini), con la quale ha una figlia, Emma (da adulta Pilar Fogliati). E non si rompe neppure dopo alcuni anni con l'ingresso nella vita di Pietro di Tilde (Isabella Ferrari), un'editrice legata alla politica che lo ha reso famoso e più ricco grazie a un libro in cui il professore spiega la sua personalissima "pedagogia dell'affetto". Ma cosa mai lega Pietro e Teresa? Tante cose dette e non dette, chiare ed oscure e anche il fatto che si sono scambiati nel passato un segreto indicibile, una confidenza (da qui il titolo) che ha reso il loro rapporto unico e irripetibile.
S. Soerensen--BTZ