Ricostruito il volto del primo Homo sapiens, ha 315mila anni
Ha viso e denti moderni e un cranio grande ma più arcaico
Hanno un volto i più antichi resti di Homo sapiens finora noti, risalenti a circa 315mila anni fa, che prendono il nome dal luogo in cui sono stati rinvenuti a partire dagli anni 60: Jebel Irhoud, in Marocco. Ricreato grazie al lavoro dell'esperto brasiliano Cicero Moraes, diventato famoso per le ricostruzioni tridimensionali dei volti di molti personaggi storici, da Antonio da Padova a Francesco Petrarca, il nostro antenato più antico presenta viso e dentatura moderni e una scatola cranica grande ma con caratteristiche più arcaiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista OrtogOnLineMag, è il risultato delle scansioni in 3D di diversi elementi appartenenti a più di un individuo, effettuate grazie ai dati forniti dai ricercatori dell'Istituto tedesco Max Planck. I fossili scoperti nel sito di Jebel Irhoud hanno riscritto la storia evolutiva dei primi esseri umani, portando l'origine della nostra specie fuori dall'Africa sub-sahariana e collocandone la comparsa circa 100mila anni prima di quanto precedentemente ipotizzato. In quest'ultimo lavoro di ricostruzione, Moraes ha utilizzato una combinazione di diversi approcci. "Ho scansionato il cranio in 3D - dice l'esperto - e ho utilizzato la tomografia di un essere umano moderno, deformandola in modo che il cranio del donatore si adattasse a quello di Jebel Irhoud". Sono stati poi aggiunti altri dati provenienti dagli esseri umani moderni per prevedere lo spessore dei tessuti molli, l'aspetto del naso e altre caratteristiche del viso. "Il risultato finale è la combinazione di tutti questi elementi, che genera due gruppi di immagini", aggiunge Moraes: "Uno oggettivo, con elementi più tecnici, senza capelli e in scala di grigi, e l'altro più artistico, che presenta anche il colore della pelle e i capelli". Secondo l'esperto brasiliano, il cranio di Irhoud assomiglia molto a un altro, chiamato Skhul V, ritrovato in Israele e risalente a circa 120mila anni fa, ma presenta anche alcune caratteristiche compatibili con i Neanderthal e gli Heidelbergensis.
F. Schulze--BTZ