L'IA impara a riconoscere in anticipo il fegato grasso
E' uno dei due progetti vincitori di Start Pitch a Pisa
Usare l'Intelligenza Artificiale per diagnosticare in modo precoce, con una semplice ecografia, il cosiddetto fegato grasso: è il progetto della pugliese Unicorn, uno dei due vincitori di Start Pitch, il contest che si è svolto a Pisa tra startup innovative e che ora punta a raggiungere il mondo del mercato. Il cosiddetto fegato grasso, o steatosi epatica, è un fattore di rischio per molte malattie anche gravi e colpisce in Italia circa un adulto su 3 ma è difficile indentificarne l'insorgenza nelle prime fasi attraverso il solo occhio umano. Utilizzando l'IA i ricercatori di Unicorn, una startup sviluppata da Eurisko Technology, Università di Bari e Azienda Ospedaliera Universitaria Consorziale Policlinico di Bari, ha sviluppato un sistema diagnostico capace di identificare con anticipo la steatosi epatica. Si potrà così passare al riconoscimento del fenomeno, attualmente identificabile dall'occhio umano quando interessa il 19% del fegato, in pochi secondi e quando interessa ancora solo circa il 7% del fegato. Un progetto che potrebbe presto trovare applicazioni concrete e per questo ha ottenuto uno dei due premi di Start Pitch, il contest nato per selezionare le prime 2 realtà che lavoreranno con Start Attractor, l'attrattore di competenze e capitali creato dall'Università di Pisa per facilitare l'incontro tra ricerca e industria. Altro progetto selezionato è della startup viterbese 3Trees che ha sottoposto domanda di brevetto per un integratore alimentare ideato per bilanciare l'assetto ormonale dei pazienti oncologici e anziani ed evitarne l'indebolimento muscolare. "Con i progetti selezionati comincia l'attività di Start Attractor - ha detto Giuseppe Iannaccone, prorettore vicario dell'Università di Pisa - Sarà un processo di crescita condivisa che ci permetterà di definire i primi nodi di una rete nella quale l'Università di Pisa vuole essere centrale. Una rete fatta di aziende piccole e grandi, giovani e consolidate nel tempo, ma anche di investitori e ovviamente ricercatori universitari".
L. Brown--BTZ