Roma stregata dalla Luna, quattro vie allineate in suo onore
Formano l'asse voluto da Sisto V per collegare le basiliche
Potrebbe esserci lo zampino della Luna nell'assetto urbanistico della città di Roma voluto nel Rinascimento da papa Sisto V: il cosiddetto Asse Sistino, il rettilineo che collega gli obelischi di Santa Maria Maggiore e Trinità dei Monti attraverso via Depretis, via Quattro Fontane e via Sistina, sarebbe infatti allineato verso il punto più a nord in cui tramonta la Luna sulla Città eterna, quello che viene definito 'lunistizio superiore', un fenomeno celeste estremamente raro. Lo rivelano le immagini riprese da Giangiacomo Gandolfi dell'Osservatorio di Roma dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, e Gianluca Masi, del Virtual Telescope Project e dell'Inaf-Oar, presentate a Corfù in occasione del XII Convegno internazionale 'The Inspiration of Astronomical Phenomena'. Le immagini sono state scattate lungo l'Asse Sistino, centro dell'assetto urbanistico ideato da Sisto V e dal suo architetto e ingegnere Domenico Fontana (1585-1590) per collegare le principali basiliche e consentire un comodo pellegrinaggio tra le strade dell'Urbe. Il tratto che collega gli obelischi di S. Maria Maggiore e Trinità dei Monti, lungo circa un chilometro e mezzo, risulta orientato verso un azimut di 307 gradi, con un'elevazione dell'orizzonte di circa 1,5 gradi in direzione del colle di Monte Mario. Questo allineamento trasforma il 'canyon' urbano dell'antica 'via Felice' (dal nome di papa Peretti) in un traguardo telescopico che è un naturale prolungamento dell'asse della basilica di Santa Maria Maggiore. La circostanza suggerisce un legame con l'orientamento originario della chiesa paleocristiana, concepita per celebrare la Vergine Maria e il suo corrispondente celeste e al tempo stesso prediletta dal pontefice e sede della sua tomba monumentale. L'allineamento è un fenomeno "estremamente raro: si verifica appena qualche decina di volte nel corso di una cinquantina di mesi, a intervalli di circa 18 anni", spiegano i due esperti. A confermare un certo grado di consapevolezza anche successivo riguardo all'esistenza e all'eccezionalità della configurazione da parte degli eruditi dell'epoca, c'è anche una storica incisione barocca del 1696, che mostra l'obelisco dell'Esquilino usato come l'asta di una meridiana (gnomone) per seguire e tracciare i moti della Luna.
C. Fournier--BTZ