L'ultima tempesta solare avvertita anche sul fondo dell'oceano
Grazie a sensori posti fino a 2,7 chilometri di profondità
La tempesta solare che ha investito la Terra nei giorni scorsi, concentrata prevalentemente nella giornata dell'11 maggio, è stata avvertita anche nelle profondità dell'oceano: i sensori utilizzati da Ocean Networks Canada, una grande struttura di ricerca e osservazione oceanica dell'Università di Victoria, posti al largo delle coste canadesi fino a 2,7 chilometri di profondità, hanno infatti registrato una notevole distorsione del campo magnetico terrestre in corrispondenza dell'evento, producendo dati anomali. I sensori oceanici potrebbero quindi costituire un nuovo e sorprendente strumento per comprendere come l'attività solare possa influenzare il nostro pianeta. "La portata di questi dati registrati chilometri sotto la superficie dell'oceano evidenzia l'entità del brillamento solare avvenuto la scorsa settimana - commenta Kate Moran, presidente dell'Onc - e suggerisce che i dati potrebbero essere utili per comprendere meglio l'estensione geografica e l'intensità di questi fenomeni". La variazione più significativa è stata catturata da una bussola magnetica, usata per aiutare a orientare gli osservatori che monitorano i cambiamenti nelle correnti oceaniche, collocata 25 metri sotto il livello del mare al largo della costa dell'isola di Vancouver: l'ago della bussola è impazzito, modificando in maniera evidente la direzione registrata. La rete di ricerca canadese si è accorta per la prima volta di anomalie dei dati a marzo di quest'anno, quando si è verificata un'altra intensa tempesta geomagnetica: gli esperti hanno inizialmente pensato potesse trattarsi di un terremoto, ma dal momento che le variazioni nei dati duravano molto a lungo e contemporaneamente in luoghi molto distanti, hanno collegato le anomalie con l'attività solare, un collegamento poi confermato durante l'ultima tempesta solare.
U. Schmidt--BTZ