Contatti giocatori-ultras:Marotta,fare molto di più per evitarli
'Ma è difficile entrare nella vita privata di un calciatore'
Giuseppe Marotta, presidente e amministratore delegato dell'Inter, nella sua intervista a Sky Sport, ha parlato anche dell'inchiesta della magistratura penale milanese relativa alle curve. "Intanto l'inchiesta è in corso e non posso che esprimere gratitudine alla magistratura e alle forze dell'ordine per quello che stiamo facendo - le parole di Marotta -. Noi ci siamo messi a disposizione e stiamo collaborando al fine di debellare questo fenomeno straordinario in negativo. Sono attività criminali che non c'entrano niente con lo sport". "Ho vissuto decenni precedenti in cui c'era una violenza fisica consumata all'interno o all'esterno dello stadio- continua -, ma era nell'ottica di quello che è un fenomeno di calcio. Oggi siamo davanti a una situazione difficile da debellare per una società, noi stiamo collaborando al fine di garantire trasparenza. È difficile contrastare un tipo di violenza quando è consumata da tante persone, credo che sia un fatto culturale". Per il presidente dell'Inter, "si deve lavorare fin dalle elementari spiegando che il gioco del calcio è un gioco. Oggi manca la cultura della sconfitta, bisogna saper perdere. Non ci sono dei giudici che alla fine della partita devono esprimere un verdetto". Ma si poteva fare di più per evitare troppi contatti tra giocatori e ultras? "Si può e si deve fare molto di più - risponde -. Oggi le figure all'interno del sistema aiutano tantissimo nel garantire una certa trasparenza, noi società possiamo fare qualcosa acculturando i calciatori a quelle che sono le leggi dello Stato, noi lo facciamo". "Facciamo delle lezioni in cui spieghiamo, ma poi è difficile entrare nella vita privata di un calciatore - conclude -. Poi lì c'è una parte d'ombra dove non possiamo entrare. Possiamo aiutare il giocatore con una cultura maggiore".
N. Lebedew--BTZ