Mosca accusa il Cio di 'nazismo', Losanna 'sempre piu' in basso'
La Russia e Bach ai ferri corti. Il Cremlino: 'discriminati'
Russia e Cio sempre più ai ferri corti. Si fanno pesanti i toni e lo scambio di accuse: da Mosca si parla di "neonazismo, discriminazioni e intimidazioni" per indicare il modus operandi del comitato olimpico internazionale, alla luce delle nuove restrizioni imposte agli atleti russi e bielorussi che - decisione presa ieri a Losanna -, presenti come neutrali, non potranno però partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi. Il Cio ha anche in sostanza chiesto il boicottaggio dei Giochi dell'amicizia istituiti da Mosca in concorrenza con i Giochi stessi. Non si è fatta attendere la replica del Cremlino: "Queste decisioni dimostrano fino a che punto il Cio si è allontanato dai suoi principi fondatori ed è caduto nel razzismo e nel neonazismo", ha sottolineato la portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakharova. Ed è arrivata la controreplica del Cio, che ritiene che i russi "caduti ancora più in basso" accusando il comitato presieduto da Thomas Bach di volgere al "razzismo e al neonazismo". "Questo va oltre l'accettabile - ha detto il portavoce di Bach, Mark Adams - collegando il presidente, la sua nazionalità e l'Olocausto il governo russo scende ancora più in basso. Questo è tutto ciò che abbiamo da dire", ha detto. Lo stesso Bach ha infatti preferito che fosse il suo portavoce a dare la posizione del Cio a causa del carattere "estremamente aggressivo" e "anche molto personale" di alcune di queste accuse. Il Comitato olimpico aveva detto che Mosca "politicizza lo sport" riferendosi ai Giochi dell'Amicizia: e anche su questo il Cremlino ha alzato la voce accusando il Cio di intimidire gli atleti che vorranno parteciparvi, dal momento che il direttore del Comitato per la Solidarietà Olimpica, James Macleod, non ha escluso eventuali sanzioni. "Questa è un'intimidazione nei confronti degli atleti. E mina completamente l'autorità del Cio", ha detto Dmitri Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin.
H. Müller--BTZ