Arriva in Italia la prima immunoterapia oncologica sottocute
Sviluppata da Roche, ha ottenuto la rimborsabilità di Aifa
È disponibile in Italia la prima immunoterapia antitumorale anti-Pd-L1 per iniezione sottocutanea (sottopelle) per il trattamento di diversi tipi di tumori. L'anticorpo monoclonale atezolizumab sottocute, sviluppato da Roche, ha ottenuto la rimborsabilità di Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dopo essere stato approvato a gennaio dall'Ema (Agenzia europea per i medicinali). Atezolizumab, fino ad oggi somministrato tramite un'infusione endovenosa (Ev) di 30-60 minuti, è ora a disposizione in una nuova formulazione sottocutanea approvata per le stesse indicazioni Ev, riducendo il tempo di trattamento a 4-8 minuti, con una media di circa 7 minuti. L'anticorpo viene utilizzato tra l'altro nell'ambito del tumore al polmone e al fegato. Con l'autorizzazione dell'Aifa, dichiara Filippo de Marinis, Presidente Aiot (Associazione Italiana di Oncologia Toracica) e Direttore Divisione di Oncologia Toracica, Irccs Istituto Europeo di Oncologia di Milano, "si crea un vantaggio in termini di semplificazione sia per il paziente che per la struttura sanitaria, perché si garantisce una maggiore efficienza e sostenibilità gestionale, rendendo il trattamento più compatibile con le dinamiche del day hospital". "I grandi vantaggi dell'utilizzo del trattamento si riscontrano in termini di preferenza del paziente e di organizzazione del Sistema Sanitario. Gli studi clinici hanno dimostrato che i pazienti preferiscono la modalità sottocute (71% secondo lo studio IMscin002), trovandola più confortevole e meno invasiva", spiega Federico Cappuzzo, Direttore di Oncologia Medica 2, Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma. "Numerosi farmaci antitumorali - ha dichiarato Anna Maria Porrini, Direttore Medico Roche Italia - prevedono oggi una somministrazione endovenosa, che richiede tempo e una specifica gestione all'interno degli ospedali. Per questo, in Roche stiamo focalizzando gli sforzi della nostra ricerca non solo sulla scoperta di nuove molecole ma anche sull'innovazione tecnologica, tra cui lo sviluppo di nuove formulazioni sottocute, che possono contribuire a migliorare l'esperienza di cura, sia dalla prospettiva dei pazienti che degli operatori e delle organizzazioni sanitarie".
A. Williams--BTZ