Vaccinazioni, igienisti preoccupati per stop all'obbligo
Società d'Igiene, si rischia il ritorno di malattie non banali
"L'ipotesi di abolire l'obbligo vaccinale non ha alcun razionale scientifico e comporterebbe il rischio sia di vanificare gli sforzi fatti negli ultimi anni, sia di favorire la comparsa di nuovi episodi epidemici di malattie che non possono assolutamente essere considerate né sconfitte né banali". È questo il commento di Giovanni Gabutti, coordinatore del gruppo di lavoro 'Vaccini e Politiche vaccinali' della Società Italiana d'Igiene (SItI), all'emendamento al decreto liste d'attesa che propone l'abolizione dell'obbligo alle vaccinazioni contro morbillo, rosolia, parotite e varicella. "I recenti dati epidemiologici relativi al morbillo dimostrano chiaramente che non si può abbassare la guardia e che, anzi, occorre un ulteriore sforzo per incrementare le coperture vaccinali", aggiunge Gabutti. Da gennaio a maggio 2024, in Italia, sono stati notificati 556 casi di morbillo: l'89,7% ha riguardato persone non vaccinate e il 4,9% persone vaccinate in maniera incompleta. "Ha del ridicolo anche solo immaginare che genitori convinti della efficacia delle vaccinazioni non vaccinino il proprio figlio solo perché obbligati a farlo e, per dare fastidio allo Stato, ne mettano a rischio la vita", sottolinea la presidente della Società Italiana d'Igiene Roberta Siliquini. "Piuttosto che togliere l'obbligo è necessario rafforzare i dipartimenti di Prevenzione, ad oggi sottofinanziati, affinché abbiano le risorse necessarie per meglio comunicare con le famiglie garantendo una capillare e corretta informazione". Secondo fonti parlamentari, l'emendamento verrà dichiarato inammissibile per estraneità di materia quando martedì mattina si riunirà la commissione Affari sociali del Senato che sta esaminando il decreto.
M. Tschebyachkinchoy--BTZ