Due casi di febbre Oropouche in viaggiatori di rientro da Cuba
Registrati a Verona e Forlì, risalgono all'inizio del mese
Due casi di febbre Oropouche, malattia virale diffusa in Centro e Sud America, si sono verificati in Italia nelle scorse settimane. Le due persone, entrambe di rientro da Cuba, sono state seguite agli ospedali di Negrar (Verona) e Forlì. Ne dà conto Eurosurveillance, la rivista del European Centre for Disease Prevention and Control. "Il virus Oropouche è stato rilevato per la prima volta a Trinidad e Tobago, ma attualmente si sta diffondendo nell'America centrale e meridionale", spiegano gli autori del report. "Il virus viene trasmesso agli esseri umani attraverso la puntura di moscerini e zanzare". In genere l'infezione si risolve spontaneamente, anche se sono stati riportati casi di meningiti. A oggi non sono noti decessi associati. Il primo dei pazienti, di età compresa tra 20 e 30 anni, è rientrato in Italia dopo 2 settimane a Cuba lo scorso 26 maggio. Al ritorno dal viaggio presentava malessere, febbre alta, mal di testa, nausea, dolori muscolo-scheletrici. I test hanno escluso dengue, Zika, chikungunya fino ad arrivare alla diagnosi di Oropouche. Il secondo, un ultra cinquantenne con una storia di ipertensione, asma e obesità, ha trascorso il mese di maggio a Cuba e al ritorno in Italia ha sviluppato una sintomatologia analoga al primo paziente, con in più una lieve paresi del braccio sinistro. Entrambi ora stanno bene. "I casi qui riportati rappresentano, a nostra conoscenza, le prime importazioni documentate di virus Oropouche nell'Europa continentale da quando, nel 2024, è scoppiata un'epidemia 2024 in alcune regioni dell'America centrale e meridionale", scrivono i ricercatori. Questi casi "mostrano la possibilità che il virus Oropouche venga introdotto in Europa attraverso i viaggi".
P. Hansen--BTZ