Nel mondo1 bambino e ragazzo su 5 è in eccesso di peso
In obesità l'8,5%, diffusione aumentata di 1,5 volte in 10 anni
Nel mondo oltre un bambino e adolescente (fino a 18 anni) su 5 è in eccesso di peso (22,2%), oltre uno su 10 (14,8%) è sovrappeso, infine quasi uno su 10 (8,5%) è obeso. Rispetto al periodo 2000-2011, nel periodo 2012-2023 c'è stato un aumento di 1,5 volte della diffusione dell'obesità nei bambini e ragazzi fino a 18 anni. I bambini e gli adolescenti con obesità avevano un rischio elevato di depressione e ipertensione. Lo rivela uno studio pubblicato su Jama Pediatrics e condotto presso la Sichuan University a Chengdu. Si tratta della meta-analisi di centinaia di studi condotti in diverse regioni del mondo fino al 2023. La diffusione dell'obesità nei bambini e adolescenti è stata riportata da 1.668 studi che comprendono 44.414.245 individui provenienti da 152 paesi o regioni. Un totale di 4.519.587 partecipanti è risultato obeso nel mondo; in Italia i giovani obesi sono risultati in questo studio un totale di 282.659, pari all'8,49% del totale in questa fascia d'età. È emerso che la regione geografica di provenienza e il livello di reddito del paese o della regione hanno un forte potere predittivo dell'obesità giovanile. La diffusione dell'obesità varia da un minimo dello 0,4% alle isole di Vanuatu (nell'Oceano Pacifico meridionale) a un massimo del 28,4% a Porto Rico. La Polinesia ha un tasso stimato di obesità del 19,5%, mentre nell'Africa centrale i bambini e adolescenti obesi sono appena il 2,4%. I paesi ad alto reddito mostrano la diffusione più alta di bambini e adolescenti obesi, il 9,3%; nei paesi a basso reddito gli obesi sono il 3,6%. Per quanto riguarda le etnie, la popolazione ispanica conta il 23,55% di giovani obesi; nella popolazione asiatica gli obesi sono il 10%. L'eccesso di peso tra i bambini e gli adolescenti si associa a un mix di fattori comportamentali, ambientali e socioculturali che richiedono l'attenzione e l'intervento di professionisti delle cure primarie, clinici, autorità sanitarie e pubblico in generale", concludono gli autori dello studio.
A. Bogdanow--BTZ