Iraniani d'Italia davanti alla tv, 'una notte orribile'
Messaggi e telefonate con Teheran. Idea di manifesto per la pace
Tutti insieme a cena e poi a seguire sui social, insieme a chi è rimasto in Iran, l'evoluzione di quello che stava accadendo e che fino all'ultimo momento hanno sperato non avvenisse. La comunità iraniana di Roma, una sua cospicua parte, si è ritrovata ieri sera per seguire l'attacco a Israele. A raccontare la notte in bianco è Parisa Nazari, dal 1996 in Italia, interprete e mediatrice interculturale che da anni si dedica soprattutto all'attivismo per i diritti umani, denunciando le violazioni sistematiche dei diritti fondamentali in Iran, e che fa parte del movimento Donna, vita, libertà. "Eravamo in tanti - racconta - Ci siamo stretti insieme quando sono partiti i droni e i missili. Sui cellulari ci arrivavano i video che inquadravano i missili e fino all'ultimo abbiamo sperato che non ci fossero vittime. Poi ognuno di noi è tornato a casa, ma siamo rimasti in contatto tutta la notte per seguire cosa stava accadendo. Quando abbiamo sentito, attraverso i video, le sirene in Israele abbiamo cercato di farci coraggio. Nessuno ha dormito. E' stata una notte orribile". Parisa si augura che "questa dimostrazione di muscoli termini qui, che non si vada oltre". Esattamente come, ricorda, avvenne "per l'uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa. Subito dopo vennero attaccate le basi americane, ma erano vuote". L'attivista spiega che la maggior parte della comunità iraniana in Italia "tifa per la pace. Certo, ci sono anche quelli che in Iran hanno festeggiato - dice - ma sono pochi. Gli iraniani sono un popolo non violento, sono pacifisti".
N. Lebedew--BTZ