Austria: i liberali si sfilano, fallite le trattative di governo
L'estrema destra può approfittare dello stallo
Le trattative per formare una nuova coalizione in Austria si sono concluse con una rottura inaspettata: i liberali dei Neos hanno deciso di uscire dal tavolo delle discussioni con i partiti Ovp (Partito Popolare Austriaco), Spo (Partito Socialdemocratico d'Austria). La leader dei Neos, Beate Meinl-Reisinger, ha spiegato che la causa di questa decisione è la mancanza di un reale cambiamento da parte degli altri partiti, soprattutto riguardo alla gestione del debito pubblico record e alla necessità di riformare il sistema pensionistico. Secondo Meinl-Reisinger, la situazione economica in Austria è critica e il paese sta affrontando il terzo anno consecutivo di recessione. "Siamo pronti a proporre nuove soluzioni, ma nessuno sembra volersi muovere", ha dichiarato durante il suo intervento. Inoltre, ha sottolineato come l'aumento delle pensioni e degli stipendi dei funzionari pubblici all'inizio dell'anno non faccia che aggravare la situazione, senza alcuna vera riforma strutturale. Un punto caldo delle trattative è stata proprio la riforma pensionistica, con i Neos che avevano proposto l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni, una richiesta fortemente respinta dal Spo. Ma non è solo la riforma delle pensioni a spingere i Neos ad abbandonare il tavolo: la proposta di una tassa sui ricchi è stata un altro ostacolo, visto che i partiti tradizionali non hanno voluto fare concessioni. Con i Neos fuori dai giochi, la Fpo (Partito delle Libertà), il partito di estrema destra guidato da Herbert Kickl, potrebbe trarre vantaggio dalla situazione. La Fpo ha già avviato una campagna di critica contro l'incapacità dei partiti principali di risolvere la crisi e potrebbe guadagnare consensi promettendo soluzioni più radicali.
D. O'Sullivan--BTZ