Primo Ministro Mauritius ammette sconfitta elettorale
Accordo su sovranità Isole Chagos non è bastato per vincere
Il primo ministro dello Stato di Mauritius, Pravind Jugnauth ha oggi ammesso la sconfitta nelle elezioni legislative di domenica. I risultati finali non sono ancora ufficializzati, ma il leader dell'opposizione Navin Ramgoolam alla guida della coalizione Alliance of Change si prepara ad assumere la carica di primo ministro per la terza volta. Jugnauth ha detto che la sua alleanza, Lepep, si stava "dirigendo verso una grande sconfitta". "Il popolo ha scelto un'altra squadra per guidare il Paese", ha detto ai giornalisti Jugnauth, primo ministro uscente della prospera nazione insulare nell'Oceano indiano. Il mese scorso, Jugnauth aveva celebrato uno storico accordo con il Regno Unito, da lui definito il completamento della "decolonizzazione", riconquistando dopo una lunga disputa la sovranità sulle isole Chagos. Ma la sua campagna elettorale è stata oscurata da uno scandalo di intercettazioni telefoniche. Entrambi gli schieramenti hanno promesso agli elettori misure atte a migliorare la vita dei mauriziani che nonostante la forte crescita economica del Paese si trovano ad affrontare difficoltà legate al costo della vita. Secondo le stime provvisorie della commissione elettorale, l'affluenza al voto di domenica è stata di circa l'80%. La nazione a maggioranza indù ha visto una sostanziale stabilità e crescita fin dall'indipendenza, costruendo un'economia basata sul turismo, sui servizi finanziari e sulla produzione tessile. Secondo la Banca Mondiale, nel 2022 il prodotto interno lordo pro capite ha superato i 10.000 dollari. Ma gli analisti hanno evidenziato le crescenti preoccupazioni di governance e per la corruzione.
M. Taylor--BTZ