G77, ci servono 1,3 trilioni, ma paesi ricchi tacciono
"Tentano di diluire le loro resposabilità e di imporre vincoli"
"I G77 e la Cina hanno comunicato in modo trasparente i loro bisogni, specificando l'esatto ammontare del sostegno finanziario necessario per le sfide del clima", ovvero "trilioni, 1,3 trilioni (1300 miliardi di dollari, n.d.r.)". Ma "c'è stato un notevole silenzio e un'assenza di piani dettagliati e di impegni da parte dei paesi sviluppati, che complica i progressi e mina il negoziato, mentre il tempo si esaurisce". Lo ha detto il diplomatico ugandese Adonia Ayebare del G77+Cina in conferenza stampa alla Cop29 di Baku. Alla domanda di un giornalista se il G77+Cina potrebbe accettare la cifra di 200-300 miliardi di dollari all'anno, che secondo il sito Politico sarebbe la proposta della Ue, il capo della delegazione boliviana Diego Pacheco ha risposto "è uno scherzo? L'Ncqg deve essere basato sull'Accordo di Parigi, che stabilisce chiaramente che i finanziamenti vanno dai paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo. Noi siamo molto preoccupati per il tentativo nei negoziati di cambiare il mandato di Parigi, per diluire le responsabilità e gli obblighi legali dei paesi sviluppati. C'è un tentativo sulla mitigazione, ad esempio, di passare dall'approccio facilitativo dell'Accordo ad uno prescrittivo e intrusivo". "C'è un chiaro obbligo per i nostri partner sviluppati di dare sostegno ai paesi in via di sviluppo sulle sfide del cambiamemnto climatico - ha detto il kenyano Ali Mohamed -. E abbiamo spinto per questo negli ultimi dieci giorni in cui siamo stati qui. Ed è davvero molto frustrante e deludente, davvero".
K. Berger--BTZ